Anche Croce Rossa Milano promuove la campagna "Non sono un bersaglio", appello nazionale nato per rilanciare l'attenzione su un tema importante quanto urgente: l'aumento delle violenze nei confronti del persone sanitario.
In moltissimi conflitti nel mondo, gli operatori umanitari continuano ogni giorno a ricevere attacchi che minano la loro sicurezza e di conseguenza impediscono a migliaia di persone di ricevere cure e assistenza. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha registrato oltre 1300 incidenti negli ultimi due anni a livello globale. In molti casi si tratta di interi ospedali distrutti, molti medici e infermieri sono stati vittima di bombardamenti, raid e deliberate uccisioni.
Il fenomeno non è tuttavia circoscritto ai conflitti armati. Anche in Italia sono in aumento i casi di violenza nei confronti del personale che presta servizio sulle ambulanze e nelle strutture sanitarie. Nel 2018 sono stati 3000 i casi registrati nel nostro Paese, un numero altissimo che dà un'idea precisa dell'entità della problematica. A fronte di tale numero, sono state solo poco più di un terzo le denunce pervenute all'Inail. Le aggressioni non si limitano a quelle verbali, ormai preoccupantemente frequenti, ma si è arrivati in molti casi a percosse, spintoni e altre tipologie di violenze fisiche.
Sulla base di questi dati, e con lo scopo di portare a conoscenza del grande pubblico una realtà semisconosciuta e spesso sottovalutata dai non addetti ai lavori, la Croce Rossa Italiana ha lanciato la campagna nazionale "Io non sono un bersaglio".
Con l'occasione è stato inoltre creato un osservatorio per il monitoraggio delle violenze ai danni degli operatori sanitari. In questo modo qualunque operatore sanitario che subisca violenza nell'esercizio delle sue funzioni potrà segnalarlo e contribuire a rendere nota la difficoltà di operare in condizioni di insicurezza.